Ponte sul fiume Piave

Faè di Longarone (BL)
1965

progettista: ingegnere Carlo Pradella
impresa: F.lli Viviani – Cornuda (TV)
committente: Genio Civile di Belluno
brevetto precompressione: Tecnicavi – Milano

Questo ponte, realizzato dall’impresa costruttrice mediante appalto-concorso, collega gli abitati di Faè e Provagna, sulle opposte sponde del Piave, nei pressi della zona industriale di Longarone.
L’impalcato si articola nella successione di dodici campate aventi interasse di 29,60 m formate da sei travi in cemento armato precompresso eseguite fuori opera e da una soletta in cemento armato dello spessore di 15 cm gettata in opera.
Le travi sono semplicemente appoggiate ai pulvini delle pile a mezzo di supporti in gomma al neoprene a tre strati in modo da ridurre al minimo gli sforzi orizzontali prodotti dalle variazioni termiche ed elastiche e da attutire gli effetti dinamici.
Le pile, il cui disegno accentua la snellezza del manufatto, sono in cemento armato comune ed assolvono la necessità di rendere minimo l’ingombro trasversale e massima la loro stabilità normale all’asse del ponte.
Le fondazioni delle pile sono costituite da una traversa e da due pali cilindrici in cemento armato tipo “Franki” del diametro di 128 cm, infissi nel terreno fino ad una profondità di circa 10 m. Le spalle sono egualmente fondate su pali dello stesso tipo ma in numero di cinque per quella destra e di sette per quella sinistra e con diverse profondità in base alle sollecitazioni calcolate dal progettista.
Le travi in cemento armato precompresso, di altezza 1,50 m con ali di 50 cm sono state realizzate con casseri a perdere in cemento armato, sagomati secondo le sezioni di progetto.
La ripartizione trasversale del carico è stata considerata nell’ipotesi estrema di infiniti traversi infinitamente rigidi e perciò tutte le travi hanno medesima sezione e contengono lo stesso numero di cavi.
Questi ultimi, forniti dalla società Tecnicavi di Milano, sono stati pretensionati in numero di quattro dopo quattordici giorni dal getto delle travi e i rimanenti due, con l’orditura già collocata sulle mensole, dopo quattordici giorni dal getto della soletta e delle traverse.
Mediante martinetti, forniti dalla società milanese, i cavi di acciaio sono stati tesi alternativamente da una sola testata a eccezione del primo che è stato teso da entrambe le testate.
L’acciaio speciale utilizzato per i cavi doveva avere una resistenza alla rottura di 16.500 kg/cm2.
I cavi erano stati pretesi raggiungendo valori di 11.500 kg/cm2 in mezzeria e di 12.000 kg/cm2 sulle testate delle travi.
In base alle qualità di resistenza dei materiali impiegati e agli stati di coazione degli stessi il calcolo del progettista aveva previsto una pretensione finale di 9.000 kg/cm2.
Il 28 luglio del 1965, la Commissione per il Cemento Armato Precompresso del Consiglio Nazionale delle Ricerche autorizzava il collaudo del ponte effettuato nel novembre del medesimo anno dopo circa sei mesi di cantiere.

DATI TECNICI
schema statico: travi in c.a.p. appoggiate alla pile e alle spalle in c.a. normale con fondazioni a pali
lunghezza totale: 355,20 m
n. campate: 12
interasse campate: 29,60 m
lunghezza travi: 28,10 m
altezza travi: 1,50 m
larghezza ali: 50 cm
n. cavi per trave: 6
pretensione iniziale: 11.500 kg/cm2 in mezzeria – 12.000 kg/cm2 in testata
pretensione finale: 9.000 kg/cm2
altezza max pile: 9,37 m