Condotte forzate per la centrale idroelettrica Achille Gaggia

Soverzene (BL)
1949 – 1950

progettisti: ingegnere Carlo Pradella – ingegnere Alessandro Alessandri
impresa: SACAIM - Venezia
committente: SADE - Venezia
brevetto di precompressione: macchina tendifili - SACAIM







Le condotte della centrale idroelettrica di Soverzene costituiscono la prima applicazione in Italia di tubi in cemento armato precompresso per condotte forzate.
La centrale utilizza il salto disponibile sul medio corso del Piave fra la quota di scarico della centrale di Pelos dell’impianto Piave-Ansiei a 683,50 m s.l.m. e quella di rigurgito del canale derivatore dell’impianto Piave-Santa Croce a 390 m s.l.m., impiegando quasi integralmente la portata d’acqua del Piave e dei suoi affluenti.
Le acque del Piave e quelle degli affluenti Boite, Maè e Vajont scorrono all’interno di tubazioni per complessivi cinque chilometri da Sottocastello fino ai pozzi piezometrici della centrale di Soverzene: nel primo tratto attraverso una galleria in pressione fino al serbatoio di regolazione della Val Gallina, nel tratto finale attraverso due gallerie in pressione.
Dai pozzi piezometrici hanno origine le quattro condotte forzate che si immettono a coppie in due pozzi a sezione ellittica, inclinati di circa 18° sulla verticale e muniti di un rivestimento con cunicolo di drenaggio e di ispezione.
In base alle caratteristiche della roccia e allo studio sperimentale dell’influenza reciproca delle due condotte si è ritenuto ammissibile una collaborazione della roccia nella misura del 30% e quindi la pressione di calcolo varia da 9,3 a 20 kg/cm2.
I tubi, gettati verticalmente entro casseforme metalliche con l’ausilio di vibrazione ad alta frequenza, sono stati disarmati dopo ventiquattro ore e fatti stagionare in ambiente umido per circa venti giorni, poi precompressi trasversalmente con avvolgimento del filo d’acciaio su involucro di lamiera dello spessore di 2 mm, applicando successivamente uno strato esterno protettivo di gunite. Ogni tubo è stato collocato su uno speciale carrello, trasportato su un piano inclinato sino alla finestra superiore del pozzo quindi ruotato e posto in sito calandolo su rotaie a mezzo di argano. Eseguiti i giunti, saldando una striscia di lamierino sui cilindri dei due tubi contigui, è stato gettato il calcestruzzo di bloccaggio con vibrazione e successivamente sono state eseguite le iniezioni dal cunicolo.

DATI TECNICI
schema statico: tubi in cemento armato precompresso
diametro interno: 2,55 m
spessore tubo-nucleo: 19 cm
spessore rivestimento: 3,5 cm
n. elementi: 144
lunghezza di ciascun elemento: 4,50 m
lunghezza totale: 4 tubazioni lunghe 162 m
precompressione radiale: ottenuta con avvolgimento progressivo a partire da un estremo di una coppia di fili Ø 5 ad altissima resistenza con passo variabile in dipendenza della pressione di esercizio
tensione iniziale nel filo: 96 kg/mm2
tensione in esercizio nel filo: 78 kg/mm2
caduta totale tensione prevista: 18 kg/mm2
sforzo massimo compressione nel calcestruzzo all’atto della precompressione: 156 kg/cm2
sforzo compressione calcestruzzo in esercizio: 1 kg/cm2
carico rottura cubico calcestruzzo a 28 giorni: 500 kg/cm2
carico rottura acciaio impiegato: 150 kg/mm2
limite elastico allo 0,2% dell’acciaio: 120 kg/mm2
quantità di materiali adoperati:
calcestruzzo per tubo-nucleo: 1.060 m3
tondo omogeneo per armatura secondaria: 28.500 kg
filo di acciaio: 91.250 spire, per 841.000 m e 130.000 kg