mu.ri - museo diffuso regionale dell'ingegneria è un progetto di ecomuseo territoriale costituito da itinerari turistico-culturali tematici che interessano opere di ingegneria comprese sul bacino idrografico del Piave, ma può essere proposto anche per altre aste fluviali o distretti industriali ed infrastrutture.
Le opere di ingegneria sono gli assi portanti ed i nodi strutturali del complesso museale.
Gli itinerari si rivolgono ad un’ampia utenza sia come momento di formazione personale, di informazione scientifico-didattica per tutti i livelli scolastici, di interazione con il territorio, sia come occasione di svago nel tempo libero.
Il progetto ha come obiettivo la conoscenza geografica e storica del territorio e la conservazione della sua memoria tramite l’approfondimento e lo studio scientifico delle opere di ingegneria presenti nel territorio.
Le opere di ingegneria sono considerate custodi dell’evoluzione del pensiero e del lavoro dell’uomo, ma anche traccia della storia e fondamentale chiave di lettura delle trasformazioni territoriali, sociali ed economiche: elementi la cui conoscenza è indispensabile per comprendere lo spessore storico/archeologico di luoghi e paesaggi.
L'attenzione che il progetto rivolge alla contestualizzazione delle opere ed alla loro influenza sulle comunità locali apre al coinvolgimento attivo delle conoscenze e delle culture, in un processo di riappropriazione del territorio, presupposto essenziale per la tutela e la valorizzazione delle risorse e dei beni materiali ed immateriali.
mu.ri - museo diffuso regionale dell'ingegneria - conferisce una nuova prospettiva a ponti, strade, ferrovie, fiumi, argini e viadotti, proponendone una visione consapevole ed approfondita rispetto a quella offerta dai percorsi tradizionali, che ci assegnano un ruolo passivo privandoci della possibilità di cogliere circostanze ed episodi invece peculiari.
Laghi e canali artificiali, dighe, centrali divenuti parte della nostra memoria come “paesaggio perenne”, ri-acquistano così un’identità, una storia definita da funzioni e processi spesso sconosciuti al pubblico e legati a storie individuali e collettive.
Ci troviamo spesso di fronte a scenari all'apparenza "naturali" dove in realtà l'intervento dell'uomo, benché determinante, non è istintivamente percepibile.
Le opere di ingegneria e le grandi infrastrutture diventano infatti con il tempo “paesaggio” e con esso si confondono e si stratificano.
Comprendere questo processo implica pertanto prestare una diversa attenzione a ciò che ci circonda, attenzione che si coniuga con la "lenta" esplorazione del territorio.
La ricerca delle “tracce perdute” si può tradurre così nella sovrapposizione degli itinerari del museo con tracciati alternativi alle principali vie di comunicazione: strade minori o abbandonate, percorsi pedonali, piste ciclabili, sentieri naturalistici che conducono verso luoghi e paesaggi meno conosciuti.
Questi possono essere altrettanto interessanti rispetto alle mete più conosciute, sia per intrinseche peculiarità culturali o naturali, che per intenso legame storico ai processi di cambiamento fisico, sociale ed economico del sistema ambientale: una nuova prospettiva di visione del paesaggio che associa l’idea di turismo culturale al concetto di sviluppo sostenibile.
L'apertura a nuovi itinerari rappresenta infatti, per le comunità locali, non solo un’opportunità di crescita culturale ma anche economica per l’indotto turistico promosso dall’ecomuseo.
mu.ri - museo diffuso regionale dell'ingegneria - si presenta come struttura attiva che agisce, in cooperazione con le entità coinvolte, per la tutela e la valorizzazione dei territori e delle risorse che questi dispongono, siano esse rappresentate da aspetti paesaggistici e culturali, che dalle capacità imprenditoriali locali.